Focus: Il formaggio di capra al tempo dei Romani

Focus: Il formaggio di capra al tempo dei Romani

Mar 26, 2025Lorenzo Facchetti

1. Il formaggio di capra nella Roma antica: un cibo quotidiano

Il formaggio era un alimento fondamentale nella dieta romana, soprattutto tra le classi contadine e militari. Tra i più comuni c'erano quelli ottenuti dal latte di capra, ritenuto più economico e facile da produrre, soprattutto nelle zone collinari e montane.

La capra, infatti, era considerata un animale rustico, che richiedeva poca manutenzione e si adattava bene a terreni difficili. Il suo latte era spesso impiegato per produrre formaggi freschi o leggermente stagionati, usati come accompagnamento al pane o alla frutta.


2. Plinio il Vecchio – “Naturalis Historia” (I sec. d.C.)

Nel libro XI e nel libro XXVIII della Naturalis Historia, Plinio il Vecchio menziona il formaggio di capra tra quelli più comuni nella dieta romana, sottolineando la varietà regionale e i metodi di produzione.

Plinio cita ad esempio il formaggio di Nîmes (in Gallia), che era spesso prodotto con latte caprino, e sottolinea come la qualità del formaggio dipendesse dall’alimentazione degli animali e dalla zona di produzione. Un concetto ancora oggi attualissimo nel mondo dei formaggi artigianali.

Inoltre, attribuisce proprietà salutistiche al formaggio fresco di capra, adatto secondo lui a chi soffre di digestione lenta.


3. Columella – “De Re Rustica” (I sec. d.C.)

Columella, agronomo romano, dedica interi capitoli del suo trattato De Re Rustica all’allevamento delle capre e alla lavorazione del latte.
Nel Libro VII, spiega le migliori pratiche per ottenere un latte di qualità e consiglia di trasformare il latte entro poche ore dalla mungitura, per evitare che inacidisca, soprattutto quello di capra che è più delicato.

Columella elogia la leggerezza e la digeribilità del latte caprino, e raccomanda il formaggio di capra fresco, da consumare entro pochi giorni dalla produzione, oppure stagionato in contenitori di terracotta e conservato in ambienti freschi.


4. Varrone – “De Re Rustica” (I sec. a.C.)

Varrone, nel suo testo dedicato all'agricoltura, considera l'allevamento delle capre molto conveniente, in particolare per piccoli contadini o per chi vive in zone collinari.
Fa notare che il latte di capra è più nutriente e meno grasso di quello bovino, e lo considera ideale per la produzione di formaggi da vendere al mercato.


5. Curiosità culturale: formaggio come offerta

Nel mondo romano, il formaggio (anche quello di capra) era spesso utilizzato come offerta sacra durante riti religiosi. Alcuni culti campestri prevedevano l’offerta di pani e formaggi alle divinità rustiche, come Fauno o Cerere, protettori dei raccolti e degli animali.


Conclusione

Il formaggio di capra nell’antica Roma non era solo un alimento, ma un elemento centrale della vita quotidiana e spirituale:

  • Economico e facilmente accessibile,
  • Salutare, secondo i medici e gli agronomi dell’epoca,
  • Culturalmente rilevante, come offerta agli dei e cibo simbolico del mondo rurale.

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